giovedì 20 gennaio 2011

Alle labbra del vento

Linfa lurida
s'insinua tra le radici
Sono lontani
ma la terra non mente
Ancora una volta
si stanno sbranando
Ancora una volta
tutto è indifferente
I fiori si arrampicano
gemono, appassiscono
nella sordità immobile
di cocci e siringhe
Sono più vicini
dice il corvo malato
Sono più vicini
e non avranno pietà
Il cuore è un abisso
è la calma del sasso
e sussurra qualcosa
agli dei che non ha
Una litania blasfema
La più atroce preghiera
che stringe e poi affida
alle labbra del vento
Ninfe sordide
si concedono al nulla
Le loro mani
lambiscono spade
Ancora una volta
è tempo per la guerra
Ancora una volta
il bosco perirà
Le foglie spezzate
provano l'ultima danza
anche se sanno
che nessuno le osserva
Sono già arrivati
grida il vecchio corvo
Sono già arrivati
non abbiamo scampo
Il cuore è un abisso
è la calma del sasso
e sussurra qualcosa
agli dei che non ha
Una litania blasfema
La più atroce preghiera
che stringe e poi affida
alle labbra del vento

martedì 18 gennaio 2011

riflesso

cocci da marciapiede stellato
sogni chiusi in spirali di nebbia
fai che respirino
ai piedi del grande albero
fai che respirino
quando la grandine canta
gomme lungo il tuo cielo asfaltato
mani schiave delle proprie pedine
fai che respirino
quando la grandine canta
fai che respirino
ai piedi del grande albero





sabato 8 gennaio 2011

L'accendino

lacrime invisibili
una donna che non conosco
dai suoi occhi sembra
che lei conosca me
il vento
è un attimo
fatto di frasi spezzate
tutti si voltano
tranne io
lei
l'accendino che ha in mano
le nostre ombre
mi chiede cosa desidero
mi chiedo se lo stia domandando
davvero a me
ognuno intorno guarda qualcosa
vorrei guardare
capire
invece resto inchiodato
sulle sue lacrime invisibili
sulle sue domande senza voce
vorrei capire
guardare
oltre quegli occhi
per sapere
se ci siamo mai incontrati
e dove
dove
il vento è un attimo
fatto di frasi spezzate
resto inerte
lei sparisce
nessuno si volta
stavolta
nessuno

martedì 4 gennaio 2011

I dannati

E così, sorellina, si fa finta di crescere.
Ma lo sappiamo - tu lo sai, gli altri pure, io penso di aver cominciato a capire - che siamo dannati.
Hai conosciuto qualche sguardo in più, altre labbra. E' successo anche a me.
Ma fai ancora quei sogni.
Sono quei fottuti sogni il problema. Quelli che ti mettono davanti ciò che sei.
Pensi di sapere cosa significa arrampicarsi? Non lo sai ancora abbastanza.
Distribuisci equamente le colpe tra te ed il mondo, prova a non barare.
Se lo farai davvero ti sembrerà di giocare per perdere.
E probabilmente perderai.
Se non vuoi fatti furba, entra nella logica della logica. Che a vivere così non necessariamente si vince... ma di certo aumentano le probabilità.
Resti ancora nel limbo? Sai che non potrai permettertelo per sempre.
La paura che ti lega i polsi, la miseria che mi logora i ricordi... sono queste cose che mi fanno pensare che siamo dannati, sorellina.
Condannati a cercare per non trovare a trovare per avere di nuovo voglia di cercare, tra dita puntate come fucili, che se sparassero proiettili almeno sarebbero sincere... ma che non vogliono essere sincere e quindi non spareranno mai, resteranno tese in quel gesto per tutti i nostri giorni. E se qualche mano andrà giù ne arriveranno altre.
Si può sopravvivere, volendo, e in fondo è il minimo che dovremmo fare.
Eppure mi viene voglia di dirti di non fermarti, di rischiare, di sudare per quello che desideri, che non è gratis, non può esserlo... e forse è anche meglio così.
I dannati, sorellina, sono quelli che non possono accontentarsi.
La salvezza è che ci potremo sempre guardare indietro.
Ti ucciderò il giorno in cui smetterò di farlo.
Se non deciderai di farlo tu per prima.
I dannati, sorellina, sono quelli che prima o poi si uccidono a vicenda.
E' il prezzo di tutto quel fottuto amore, spesso, l'indifferenza.