Io sono una nuvola che tenta di sfiorarla invano, col vento a lenire il dolore e a ferire.
Guardo le parole che ho lasciato sulla carta. Parole stupide e che comunque non bastano, non dicono niente.
Io sono un foglio accartocciato, un sogno interrotto, pensieri perduti in un piccolo rogo.
Mi fondo col suono di questa musica, primitivo legame alla notte e alla vita.
Io sono la voce che si avverte in lontananza, un latrato, una melodia di secoli fa, il più profondo silenzio.
Rivedo il tuo corpo, mi mescolo al tuo respiro, in bilico tra la tua paura e il bisogno di stringermi, in bilico tra la voglia di proteggere e di sentirmi protetto.
Io sono il mio sangue e i miei brividi, sono i battiti di questo cuore, sono le mie mani, il mio istinto, questa vita che fugge.
Ripenso alle parole, alle promesse, ai sorrisi, alle enormi bugie che ho voluto credere verità, a quelle che ho spacciato per tali.
Io sono le mie cicatrici, la vostra assenza, la bile che ribolle, questa stupida nostalgia, contraddizione, stasi, caos.
Chiudo un pugno per stringere il niente e lo riapro con la consapevolezza di aver avuto in mano, per un istante, l'infinito.
Io sono ciò che credete e ciò che c'è in fondo ai miei occhi.
Qualcosa che appartiene soltanto a voi. Qualcosa che appartiene soltanto a me.
Sono occhi aperti
Attesa esitante
Suono che graffia
lo spazio concesso
Sono ossigeno
in combustione onirica
Sono una bestemmia
che prega a suo modo
Sono il legame
spezzato dall'onda
Il presagio del caos
racchiuso nella forma
Sono l'impercettibile
passo alle tue spalle
Antico riverbero
di parole mai dette
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