A te potrei chiedere
come stai
anche se lo so
che come me
non stai mai bene
e neanche male
Hai le tue forbici
le tue chimere
e ti salvi abbastanza
senza mai farla franca
Invece per te
vorrei piangere un po’
ma se hai capito
anche solo un millesimo di quest’anima
saprai già perfettamente
che non ne sono capace
Poi, in fondo,
a chiedere scusa
non è che cambi qualcosa
ed è abbastanza tardi
per continuare a lasciarsi scorrere addosso
qualcosa che non esiste
A te invece
amico mio
che aspetti un sogno
che vada in porto
senza sudare
e mi chiedi parole, comprensione
Spiacente
il fabbricante di parole ha chiuso
e sul capirci
credo sia il caso
di provarci la prossima vita
Tu che ridi
e sembra che ti basti così
voglio provarci anch’io
Facciamo che qualche volta
mi insegni a giocare di più
ti va?
Poi per te
che ti appaghi di te stessa
o ci provi
Non è che il mondo giri così
perlomeno da qui non sembra
Certo se ti riesce
di riuscire meglio
non potrò mai dire di essere d’accordo
ma saprò farti i miei complimenti
Per ogni guerra
ad un passo, ogni giorno
che non vediamo
Per ogni masturbazione
più o meno mentale
e per ogni solitudine
Per tutta questa vita
fottuta e benedetta
saluti da qui dentro
non saprei se distinti
Il nome forse è meglio
che lo scriviate voi
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