la strada che diviene
un intreccio di linee
pennellate distratte
violente e delicate
mentre il vento ti attraversa
ancora più distratto
e non hai neanche un momento
per trasformarlo in fiato
perdendo la consapevolezza
di avere delle gambe
proteso verso un appiglio indefinito
forse il posto che chiamo casa
non l’ho mai sentito
appartenermi così tanto
e corro
corriamo
col sangue che brucia
e la pioggia non lo bagna
la pioggia è uno scarabocchio
come la strada
come tutto al di fuori
del puro e semplice correre
è così che ci si dimentica di sé
o è così che ci si scopre reali?
non parole
non percezione
solo una dannata voglia
di non fermarmi
vorrei ricordarlo sempre
questo salto su un precipizio
che se lo guardi
il precipizio ti attraversa
vorrei ricordarlo ogni giorno
che considero un giorno sprecato
e non fermarmi
né fermarti, fratello
che a voltarsi
c’è quel dannato rumore
nell’aria confusa
scarabocchiata
come la pioggia
come la strada
nell’aria che i polmoni negano
che a voltarti
ci sono due occhi
due occhi, se ci pensi,
con tutte le altre cose
che fanno un uomo
né più né meno di noi
peccato che a noi tocchi correre
fino al muro per gridare “liberi”
fino al muro per sentire i brividi
di confine tra gioia e paura
oppure è una fortuna
che almeno noi corriamo
apro gli occhi
catturo un po’ di ossigeno
siamo stati il precipizio
il vento
scarabocchiati anche noi
indefiniti per un tempo infinito
che se l’infinito esiste
deve essere qualcosa di simile
ad un momento così
apro gli occhi
la pace è tachicardia
non ho un dio da ringraziare
per ora ringrazio la porta
alle mie spalle
che ritraccia il confine
tra me e quella pioggia pesante
quella pioggia malata
ogni cosa riprende i suoi contorni
lo sfumato e l’opaco
tornano forma e colore
scuro, ok,
ma comunque colore
mi guardo le mani
e penso, giurando,
per quel che si può
questa città
non mi ucciderà
questa città
non mi ucciderà
1 commento:
Se questi sono i risultati, mi sa che spaventarti è il modo migliore per stimolare la tua creatività...stai attento quando giri l'angolo.
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