giovedì 30 dicembre 2010
Giorni a rotelle
domenica 19 dicembre 2010
Durante la pubblicità.
mercoledì 1 dicembre 2010
Il rivoluzionario.
martedì 30 novembre 2010
La gente dimentica.
sabato 27 novembre 2010
Il lupo della steppa
martedì 23 novembre 2010
Trenta.
sabato 13 novembre 2010
De Generatione
mercoledì 10 novembre 2010
Sulla buccia di un mandarino
giovedì 4 novembre 2010
L'assonanza
lunedì 25 ottobre 2010
Bang.
venerdì 22 ottobre 2010
Lettera
A te potrei chiedere
come stai
anche se lo so
che come me
non stai mai bene
e neanche male
Hai le tue forbici
le tue chimere
e ti salvi abbastanza
senza mai farla franca
Invece per te
vorrei piangere un po’
ma se hai capito
anche solo un millesimo di quest’anima
saprai già perfettamente
che non ne sono capace
Poi, in fondo,
a chiedere scusa
non è che cambi qualcosa
ed è abbastanza tardi
per continuare a lasciarsi scorrere addosso
qualcosa che non esiste
A te invece
amico mio
che aspetti un sogno
che vada in porto
senza sudare
e mi chiedi parole, comprensione
Spiacente
il fabbricante di parole ha chiuso
e sul capirci
credo sia il caso
di provarci la prossima vita
Tu che ridi
e sembra che ti basti così
voglio provarci anch’io
Facciamo che qualche volta
mi insegni a giocare di più
ti va?
Poi per te
che ti appaghi di te stessa
o ci provi
Non è che il mondo giri così
perlomeno da qui non sembra
Certo se ti riesce
di riuscire meglio
non potrò mai dire di essere d’accordo
ma saprò farti i miei complimenti
Per ogni guerra
ad un passo, ogni giorno
che non vediamo
Per ogni masturbazione
più o meno mentale
e per ogni solitudine
Per tutta questa vita
fottuta e benedetta
saluti da qui dentro
non saprei se distinti
Il nome forse è meglio
che lo scriviate voi
Non mi ucciderà.
la strada che diviene
un intreccio di linee
pennellate distratte
violente e delicate
mentre il vento ti attraversa
ancora più distratto
e non hai neanche un momento
per trasformarlo in fiato
perdendo la consapevolezza
di avere delle gambe
proteso verso un appiglio indefinito
forse il posto che chiamo casa
non l’ho mai sentito
appartenermi così tanto
e corro
corriamo
col sangue che brucia
e la pioggia non lo bagna
la pioggia è uno scarabocchio
come la strada
come tutto al di fuori
del puro e semplice correre
è così che ci si dimentica di sé
o è così che ci si scopre reali?
non parole
non percezione
solo una dannata voglia
di non fermarmi
vorrei ricordarlo sempre
questo salto su un precipizio
che se lo guardi
il precipizio ti attraversa
vorrei ricordarlo ogni giorno
che considero un giorno sprecato
e non fermarmi
né fermarti, fratello
che a voltarsi
c’è quel dannato rumore
nell’aria confusa
scarabocchiata
come la pioggia
come la strada
nell’aria che i polmoni negano
che a voltarti
ci sono due occhi
due occhi, se ci pensi,
con tutte le altre cose
che fanno un uomo
né più né meno di noi
peccato che a noi tocchi correre
fino al muro per gridare “liberi”
fino al muro per sentire i brividi
di confine tra gioia e paura
oppure è una fortuna
che almeno noi corriamo
apro gli occhi
catturo un po’ di ossigeno
siamo stati il precipizio
il vento
scarabocchiati anche noi
indefiniti per un tempo infinito
che se l’infinito esiste
deve essere qualcosa di simile
ad un momento così
apro gli occhi
la pace è tachicardia
non ho un dio da ringraziare
per ora ringrazio la porta
alle mie spalle
che ritraccia il confine
tra me e quella pioggia pesante
quella pioggia malata
ogni cosa riprende i suoi contorni
lo sfumato e l’opaco
tornano forma e colore
scuro, ok,
ma comunque colore
mi guardo le mani
e penso, giurando,
per quel che si può
questa città
non mi ucciderà
questa città
non mi ucciderà
sabato 2 ottobre 2010
Mi piace
domenica 12 settembre 2010
Luna in saldo
venerdì 3 settembre 2010
Ballata dell'instabilità
aveva tutto un senso
Solo un attimo fa
e adesso è così freddo
Gelo sottopelle
e tu
quale illusione donerai al tuo specchio?
Solo un attimo fa
masticavi il vuoto
Solo un attimo fa
ed ora hai un altro sole
Sogni sottopelle
e tu
come potrai dire no ai tuoi occhi?
Sospesi su un'essenza inafferrabile
inventiamo sempre altre necessità
mentre il cielo ci scioglie addosso le nuvole
e prima o poi se le riprenderà
Solo un attimo fa
eri così immortale
Solo un attimo fa
e adesso stai tremando
Neve sottopelle
e tu
quali bugie racconterai al tuo specchio?
Solo un attimo fa
sembrava tutto perso
Solo un attimo fa
e adesso stai bruciando
Sogni sottopelle
e tu
come potrai dire no ai tuoi occhi?
Sospesi su un'assenza incomprensibile
in bilico tra luce e atrocità
Il cielo ci porta il mare in briciole
e prima o poi se lo riprenderà
mercoledì 1 settembre 2010
Settembre
Voglio salutarlo così questo settembre.
In sottofondo musica che batte e si espande seguendo il flusso dei miei pensieri.
Un istante. Degli occhi possono essere un istante.
Penso al concetto di "sempre", un concetto che ho perso.
Inseguo frammenti secondi impressioni.
Accarezzo un'instabilità che è pura creazione.
Luna calante da qualche parte lassù. Lampioni che si divertono a distorcere l'apparenza delle cose.
Solite vite per la loro strada.
Ancora due minuti.
Sarà un coltello sarà una rinascita sarà aspettato sarà nuovissimo sarà come non voglio sarà come spero.
Ecco, è qui.
Accendo. Giù, fino al petto, più giù.
Agosto mi scorre tra le dita, anche gli occhi, ogni istante.
Mi viene da dire grazie.
E poi.
Ancora.
Sulla strada degli addii.
Sulla strada delle anime che sanno bruciare.
domenica 29 agosto 2010
Alla fine del viaggio
di vino e di radici
dove le mani divengono vento
e faccio pace con i miei sbagli
Un pescatore in silenzio
cattura riflessi di luna
mentre tra i sassi scivola
un fiume verde di vita
Lascio che il mare mi levighi
sospeso su un po' d'infinito
Chiudo le porte di ieri
Alla fine del viaggio
uccido i miei confini
Fratello, sorridi agli addii
Ci siamo feriti e ci siamo curati
All'ombra di un nuovo orizzonte
saprò sempre ritrovarti
Sorella, ora culla i tuoi giorni
Infrangi il senso di abbandono
Tornerai ad ardere ancora ed ancora
Tornerà la luce sulle tue ali
Lascio che il mare mi levighi
sospeso su un po' d'infinito
Chiudo le porte di ieri
Alla fine del viaggio
uccido i miei confini
domenica 15 agosto 2010
Agosto
facciamo che mi manchi
Facciamo che ho bisogno di qualcosa
di qualcuno
Facciamo che mi arrabbio
per quei sorrisi finti
per tutti i complimenti appiccicati
a questo buio
Facciamo che mi aspetto
che si aspettino qualcosa
Facciamo come sempre
che cerchiamo una sorpresa
Ho visto un bambino scrivere poesie
sulla sabbia
La sua musa di neve vendeva l'amore
da una gabbia
di giorni incolori e promesse d'eterno
pagata da un dio con frammenti d'inferno
Non ho niente da fare
facciamo che ci provo
a non semplificare il vostro mondo
così nuovo
Facciamo che progetto
la prossima salita
Facciamo che disegno un'altra forma
un'altra uscita
Facciamo come sempre
un'altra stupida domanda
Facciamo che speriamo
in qualcuno che risponda
Ho visto un bambino scoprire l'ironia
e la rabbia
tra compagni di giochi e castelli crollati
su una spiaggia
di cocci e di occhi e occasioni di luce
passo dopo passo su un filo di voce
Non ho niente da fare
facciamo che ora è estate
Facciamo che dormiamo
e ci sveglieremo poi
venerdì 13 agosto 2010
Grazie
E poi quella musica che ha cullato il flusso di ieri.
Il senso diviene uno sfamarsi per avere più fame, fame di altri occhi ancora e ancora, sempre di più.
Per dire fino all'ultimo.
Vaffanculo. Io sono vivo.
giovedì 8 luglio 2010
E poi
martedì 6 luglio 2010
I tuoi occhi
giovedì 24 giugno 2010
La bestemmia è un privilegio
Non essendo un fanatico dello sport non amo seguire i mondiali. Per poi sentirmi dire come fai a non emozionarti. Come faccio.
L'Aquila ancora a terra, l'immondizia sotto casa, il futuro di qualche generazione (compresa la mia) che è una totale incognita, monumenti trattati senza alcun ritegno, la camorra che fa il solito giro e segna il territorio, il governo che si tutela, l'acqua ai privati, la crisi dei comuni, economia a puttane e yacht a chi sta su, principi canterini, il dissenso disordinato, solita overdose di notizie assorbite come se nulla fosse, allora la domanda la faccio io. Come fate a non incazzarvi. Dov'è il patriottismo quando la gente viene lasciata in mezzo ad una strada. Dov'è questo senso di unione, la gente che ama l'Italia, la solidarietà. Scandalizzati da una battuta di Bossi, pubbliche scuse. E il resto nel dimenticatoio. Come sempre. Non si tratta nemmeno di ignoranza e la parola menefreghismo è riduttiva. Basta guardarsi intorno, cristo. Intanto formazioni a memoria, come un'avemaria, e fanatismo e litigi su un'azione che poteva andare meglio e poi ascoltiamo le dichiarazioni del mister e interviste e riflettori e sponsor. Un pò come il tipico cattolico che va a messa a Natale e Pasqua, siamo tutti italiani ora, ogni quattro anni ci ricordiamo la bandiera, l'orgoglio, risorge il buonismo.
Allora vaffanculo. Me ne fotto della nazionale. Non mi sento rappresentato dagli undici in campo e dal resto in panchina. Non mi emoziona in alcun modo la coesione che dà questo cazzeggio patriottico.
Lo ribadisco, è un argomento che ho già affrontato anche con persone così assuefatte a questa usanza che mi guardavano come se stessi bestemmiando. Voglio sentirmi libero, anche di disgustarmi di questa leggerezza che sarebbe gradita in un contesto migliore, ma che ora sa soltanto d'ipocrisia.
Bestemmio. La bestemmia è un privilegio.
domenica 30 maggio 2010
un passo
sulla terra che sanguina asfalto
sulle sue lacrime elettriche
sui suoi polmoni tagliati a metà
un passo
sulla scelta di un ovvio calvario
sui tuoi incubi confezionati
su un domani che ingurgiti a forza
un passo
su quelle inesistenti distanze
che incolmabili sembrano chiedere
quanto manca ancora per l'abisso
un passo
sul presagio del tuo fallimento
sulle fedi di porcellana
sopra quelli che restano indietro
un passo
sulle anime messe già in saldo
su parole che plasmi giocando
sui misteri ancora necessari
un passo
sui ricordi lavati a dovere
sulle ombre incollate alla strada
sull'infinito a brandelli
venerdì 28 maggio 2010
A metà del deserto
Rabbia e perdono
Sorgi e risplendi
madre dei miei giorni
Lacrime e mani
Crepuscolo e luna
Ci siamo incontrati
a metà del deserto
Alba e buon vino
Salvezza e rovina
Le fate danzano
ai confini del mare
Culle di spine
Casi o destini
Vita lungo la schiena
anche in assenza d'ali
Le muse scrivono
storie di poeti
Loro è la creazione
e non c'è peccato
Loro è la scelta
tra gioia e pentimento
Loro è la pace
Loro ogni momento
Taccia la pretesa
di legare le fiamme
Ascoltiamo in silenzio
il silenzio, un istante
Poi proseguiamo
con lo stesso passo
Ci rivedremo
a metà del deserto
martedì 25 maggio 2010
Vecchio
Da quando hai quelle rughe? E tutti quei capelli bianchi?
Io non ero capace di guardarti negli occhi, non lo facevo da tanto, perché ho alzato lo sguardo?
Forse sono state le tue mani, quelle vene in rilievo.
Forse il vino.
Ti abbraccerei forte. Ma devo odiarti, sei il mio nemico, lo sei sempre stato... o no?
Non sarò mai come te. Tradire anche me stesso è un lusso che proprio non posso permettermi.
Tu DEVI essere il mio nemico, vecchio.
Eppure vorrei spiegarti in due parole tutto quanto.
Se potessi ti mostrerei in un istante ogni mia alba e ogni mio tramonto.
Proverei a raccontarti di quel fratello ritrovato dopo innumerevoli vite. O di quegli occhi che sono stati un abisso di perdizione, di abominio e di piacere.
Ti spiegherei di coloro che tentano di bucare la realtà, dei passi che ho fatto sulla loro strada, oppure di quel cielo che sanguinava il più intenso amore.
Ti direi di quelle vite in fila che si trasformano in numeri,
della logica del compromesso,
dell'invidia e del veleno,
della notte in cui avevo sete di carne,
di quella in cui tremavo,
dell'idiozia che ti sputano in faccia,
della finzione di cui sono capaci tutti e anch'io,
del senso di asfissia,
del turpe vanto dell'ovvietà.
Ma la tua allegria ha visto più cose, vecchio. Non ti sorprenderei.
La tua ingenuità non è forse una malcelata disillusione?
Alzi la voce, ridendo, parli con quegli sconosciuti.
Che poi i veri sconosciuti siamo noi.
Potremmo parlare dell'ignavia. La loro, la tua, la mia.
Potrei dirti che è da un pò che non sono innamorato. Tu sei innamorato, vecchio?
Potremmo parlare anche del futuro, di quel dannato e opprimente DOMANI.
Dell'angoscia del dover essere, guadagnare, diventare un filo della rete, trasmettere.
Del bisogno di proteggere qualcosa. Qualcuno.
Ti guardo. Sei immensamente luminoso. E immensamente triste.
Tu ora non sei il mio nemico, perché sei mio fratello, vecchio.
Io invece sono abbastanza grande. E non ho tempo adesso.
Nemmeno per aver paura.
giovedì 20 maggio 2010
...
Nemmeno stavolta ha provato piacere
Si sente un pò vuota riempiendo il bicchiere
per avvicinarsi al suo amore e al suo male
Il vecchio randagio sputa sul domani
e delle speranze degli altri già ride
Pochi denari e nel cuore una spada
Vuota la coppa e poi schiva i bastoni
La candela osserva senza chieder nulla
che in fondo il senso non le interessa
Una falena è la sua principessa
e mentre la bacia la uccide e la culla
C'è un cadente dipinto dal cuore slavato
che porta il sapore di giorni perduti
in morbidi abbracci e precoci saluti
nella magia di un antico roseto
Lo spacciatore brinda ai suoi giorni
e sa che ne esistono di ben peggiori
Preti, Politici e Professori
non lo lasceranno da solo all'Inferno
Il barman ha preso già un film a noleggio
e ora s'immagina sul suo divano
i pop corn di ieri ed una birra in mano
sperando che non gli si tocchi il parcheggio
La donna di carta ripensa ai suoi figli
così splendidi e ingrati, e ormai tanto lontani
Poi pensa alla forza dentro le sue vene
e poi a suo marito e a quei troppi sbadigli
Il giornale di oggi dorme sul bancone
ed è diventato già acqua passata
I vip in vetrina ed i morti ammazzati
passati di corsa anche in televisione
Il vento che soffia leggero ha rubato
una voce lontana, portata dal mare
per chi vuol capire, per chi sa ascoltare
per chi non ci crede alle vecchie stronzate
martedì 18 maggio 2010
... qui...
senza nessuna colpa
Sul tuo stelo immortale e fragile
scorre adesso la mia essenza
Ti volti e sei i tuoi petali
senza alcuna certezza
ed io non so rispondere
mentre mi chiedi un senso
Qui non ci guarda il sole
Qui non ci culla il vento
Qui nulla è mai esistito
Qui tutto sta nascendo
Ti volti e sei i tuoi giorni
quelli che non hanno cura
Danzano sui tuoi germogli
la Speranza e la Paura
Ti volti e vedo chiara
una lacrima di rugiada
che sia gioia o tristezza
la tengo sulle mie dita
Qui non ci guarda il sole
Qui non ci culla il vento
Qui nulla è mai esistito
Qui tutto sta nascendo
lunedì 17 maggio 2010
Flusso
strisciano lontani
Figli dell'abitudine
e di complessi ricami
Risorge l'antico gioco
senza chiedere perdono
Sa improvvisarsi nuovo
e ti vuole già Veleno
Certe stagioni passano
solo per ritornare
e sanno di asfissia
mentre ti fanno respirare
Ma il tempo cambia forma
e si riversa in nuovi fogli
cancellando quel pudore
che rende muti i sogni
Io sono te, i tuoi occhi
Il modo in cui mi vedi
Io sono i tuoi sorrisi
Sono le tue ferite
Siamo Flusso e Vita
Finito ed Infinito
Una parola eterna
che a pronunciarla muore
Io sono te, i tuoi occhi
Certe mani non le sfiori
Sono già lontane
Incroci di cromosomi
e di casi o di destini
Sorge la stessa alba
ovunque ci troviamo
E' una poesia ridicola
Un male che non sentiamo
Certe forme di fede
sanno come inchiodare
un concetto infinito
che non si può spiegare
E' l'antica natura
che dà forma all'informe
E' il cuore del senso
che mai veglia e mai dorme
Tu sei me, i miei occhi
Il modo in cui ti vedo
Tu sei i miei sorrisi
e le mie ferite
Siamo Flusso e Vita
Finito ed Infinito
Una parola eterna
che a pronunciarla muore
Tu sei me, i miei occhi
giovedì 6 maggio 2010
Stomaco #5
Poi ci sono arrivederci e addii c'è musica che ti fa bruciare c'è qualche piazza da riempire c'è il finale che puoi rendere scintillante c'è il lusso della scelta e qualcosa da dimostrare soltanto a se stessi e un po' di disillusione e poi c'è sempre un'alba dopo ogni notte e poi un viaggio e occhi vecchi che sembrano nuovi e vite che a sentirle raccontare sembrano inventate. E c'è la calma e il semplice bisogno di ritrovarsi in un abbraccio in un gesto da niente in un sorriso c'è la voglia di eliminare le distorsioni. Allora guarda oltre guarda attraverso guarda a fondo immergiti che il fiato ce l'hai e anche il tempo per sprecarlo. Perchè c'è lo spettacolo di una bellezza decadente che commuove c'è la città e quel che c'era sotto ci sono chilometri di verde c'è da correre finchè non senti più le gambe c'è qualcuno che forse ti assomiglia sul serio c'è la pioggia e la rugiada e il sole che culla il tuo respiro ansante. Perchè poi con la voglia di fare o no con la superficialità ostentata o la "predisposizione al labirinto" con un credo o senza siamo vivi tutti ancora dannatamente vivi. Il tempo di stare sospesi sta finendo a ognuno la sua strada a ognuno il suo destino. Punto. E virgola.
sabato 3 aprile 2010
Le lacrime di Orfeo
martedì 2 marzo 2010
I pochi motorini.
I miei passi.
La città di notte la conosco. Le appartengo e lei mi appartiene.
Uno sguardo è dipinto distrattamente da un dio delle tenebre, in quest'aria rarefatta di rinascita che qualche ora fa era logora, tagliata dalle mille voci del giorno che ora tacciono.
La spazzatura di oggi.
La polvere di ieri.
I misteri crocifissi.
Non c'è un suono che non desideri tra queste bellezze decadenti.
Invito la luna ad un ultimo ballo. E non m'importa di sembrare goffo.
La città di notte la conosco.
Cammino sui miei pensieri bruciati.
Ho sete.
lunedì 22 febbraio 2010
Cenere
Carne sconfitta
Stasi di porpora
L’ansimare dell’anima
è il solo suono che avverti
e hai paura di te
ora che puoi tradire
Era scritto
e già lo sapevi
Ti sorprendi
solo per ingannarti
Sei cenere
pronta a tornare ad ardere
E’ perché sei vivo
che hai tutto e niente da perdere
sabato 20 febbraio 2010
Aria
giovedì 18 febbraio 2010
Notte
domenica 14 febbraio 2010
Il giullare
Respiro lentamente la mia stessa brace, non un rumore fuori o dentro adesso.
Nelle vene non ho requie, è la dannazione della mia carne forse, come quella di tutti.
Le ali che volevano eguagliare gli dei sono andate perdute, ma non importa, cadendo ho respirato, cadendo sono stato vivo...
Adesso il tempo è una lama. Mi spoglio dei miei strati di pelle e mostro l'anima. Farà male ...? Neanche questo importa.
Le maschere attendono ancora nella stanza degli specchi. Un istante solo, un respiro più profondo della notte che ci portiamo dentro.
Poi vi raggiungerò.
Nei quartieri malfamati
nei locali o dentro i bar
Un coltello rosso sporco
o il sipario di un varietà
Dentro le paure più profonde
di ciascuno
Essere uno e centomila
ma nessuno
Piange una lacrima il giullare
può permetterselo al buio
Poi si punta il riflettore
e il suo show ce l'ha già pronto
E' così che deve andare
Un poco per non pensare
Ridono
e a volte fa bene
Ridono
e a volte fa male
giovedì 28 gennaio 2010
Stomaco #4
Ribollire di bile, le labbra attaccate al bicchiere, sarà il freddo...
Qualcosa che si agita tra stomaco petto gola schiena senza ali... sarà il mio amico soldatino coi suoi slogan del cazzo imparati a memoria... sarà il dissenso espresso su un Social Network, che poi dove sta la socialità, santoddio, ah già manco ci credo in Dio, non nel vostro, non semplifico, per me siete voi assidui frequentatori del confessionale a semplificare...
Generalizzare o guardare ai singoli casi, come la metti metti devi dire Bianco, devi dire Nero, io non dico, forse è meglio, ci provo a non dire, poi non ci riesco, devo, mi scappa, un bel pensiero fumante e puzzolente, vi piace?
Sarà la fila alle poste, sarà la fila per fare l'esame, il bla bla bla imparato a memoria, professore sono un poverocristo senza futuro con poche speranze troppo tempo da perdere... me lo dai o no l'esame? Segnalo, dai.
Sarà il disordine, il disordine dell'ordine, sarà il buonismo di quei tizi, piangete fate la carità ma tanto i morti vi servono fanno comodo.
Sarà la telenovela che non finisce mai, saranno le partite della domenica, sarà la telecamera fissa sui cazzacci degli altri, sarà che siamo un mondo di comari hai visto quella hai visto quell'altro, sarà la finta satira, saranno tutte le persone che chiedono l'elemosina,gli spacciatori vuoi l'I-pod vuoi il fumo vuoi la coca,saranno i viaggi della speranza avemariapienadigraziailsignoreèconte, gli ospedali non muori finchè non lo decidiamo noi e se invece vuoi vivere aspetta che dobbiamo pensarci c'è posto non c'è posto...
Sarà la retorica, il passato ideale, idee maciullate sbandierate per credere di non essere i peggiori animali di questa fetta di Cosmo...
Saranno le canzoni d'amore, i libri d'amore, gli amari buttati giù...
Saranno i progetti da fare, sarà il sopravvivere a quei progetti, saranno le vacanze il relax obbligatorio i giochi le serate i locali ma come non ti diverti?
Saranno le etichette sono punk sono emo sono grunge sono metal sono sono sono, sarà l'ego, il loro il vostro il mio perchè vivo di qua e a volte me lo perdono, sarà l'ammasso di carta commerciabile, saranno i santini a puntate in edicola, sarà il poter essere genitore imporre concetti di giusto sbagliato dritto storto luminoso scuro, sarà la spesa da fare la tavola imbandita i sensi di colpa, sarà il bicchiere di troppo come cantava uno di quelli che hanno provato a cambiare le cose il bicchiere che mi fa essere molto più ubriaco di voi... ma a volte vorrei scendere...
lunedì 25 gennaio 2010
Insonnia
domenica 17 gennaio 2010
Rinascerai
se noi siamo solo gocce
in un oceano di vuoto
in una notte senza luna
Hai visto il mio buio
e hai saputo amarlo
sfiorandolo leggera
sognando e sanguinando
Lascia che lecchi le tue ferite
Lascia che l'anima respiri un pò
Lascia che i miei occhi parlino ai tuoi
Ora rinasci, io rinascerò
Qual è il senso delle lacrime
dentro questo grigio sporco
polvere di un senso antico
che in fondo non è mai esistito
Strappo il vecchio foglio
Ora voglio scrivere
la più bella favola
che sia mai stata udita
Lascio che lecchi le mie ferite
Lascio che l'anima respiri un pò
Lascio che i tuoi occhi parlino ai miei
Ora rinasco, tu rinascerai
domenica 10 gennaio 2010
Una voce
che si fonde col vento
mentre sfiora l’abisso
dentro ognuno di noi
È una speranza vigliacca
È un’antica promessa
È ogni gesto e ogni suono
È qualcosa che hai perso
in questi giorni vuoti
Nei pensieri copiati
Nel tuo modo speciale
di essere uguale al resto
Nel tuo cielo di carta
Nei ricordi bruciati
Nelle vite virtuali
Nelle bombe lontane
In quell’indifferenza
che è di chi ha già il suo pane
In ogni deserto
In ogni crocifissione
C’è una voce sul fondo
che si fonde ad un pianto
Può soltanto svanire
se la chiami poesia
sabato 9 gennaio 2010
I Viaggiatori
Infinite le maschere
Infinite le illusioni
Senza fondo il buio
celato dai nostri sguardi
L’inganno è forse l’unico
modo di mostrarsi
e per plasmare la Vita
dobbiamo rinnegarla
Mille schermi a deformare
un volto inesistente
Mille bugie a danzare
nella stanza degli specchi
Un fantasma dentro il petto
è la mia eterna condanna
Nel vostro sangue vive
e segue il vostro senso
Null’altro esiste adesso
al di là di questa notte
che si nutre di bugie
e di qualche anima persa
Null’altro esiste adesso
e non vi sono risposte
La vera essenza è il percorso
e noi siamo i Viaggiatori
sabato 2 gennaio 2010
Ophelia
Canto non per celare le mie paure, canto per mettere a nudo le vostre.
La follia mi ha strappato l'amore... amore bugiardo e distante, come sono distanti le parole dalla Vita...
Dormi, padre, dormi... giunge sino a te la mia voce?
Un'ultima danza per il vostro stupore, per le vostre favole, per il mio torto e per la vostra ragione...
Un'ultima danza per le stelle distese sula superficie del fiume, per il vento che mai riposa, per il mio abito bianco, per le vostre battaglie...
Un'ultima danza per questi fiori, per il flusso che ora mi avvolge e si mescola al mio...
Dormi, padre, dormi, e perdonami se desidero raggiungerti così presto... giunge sino a te la mia voce?
fare ciò che non osereste
per ritrovare la luce
quella luce che mi avete tolto
Proverò che significa "sempre"
A voi lascio l'onore e anche il resto
Inseguite le vostre domande
come i cani con la loro coda
Proverò che significa "sempre"
A voi lascio l'amore dei porci
Il mio sarà protetto dai flutti
e sarà per chi vorrà cercarlo
Proverò che significa "sempre"
e nulla cambia che ridiate o piangiate
Ero l'intero universo
e insieme solo un punto nel niente
Proverò che significa "sempre"
e terrò qui con me un pò di voi
Non voltatevi e affrettate il passo
Pensate pure che sia solo follia