domenica 29 agosto 2010

Alla fine del viaggio

Terra di sale e polvere
di vino e di radici
dove le mani divengono vento
e faccio pace con i miei sbagli
Un pescatore in silenzio
cattura riflessi di luna
mentre tra i sassi scivola
un fiume verde di vita
Lascio che il mare mi levighi
sospeso su un po' d'infinito
Chiudo le porte di ieri
Alla fine del viaggio
uccido i miei confini
Fratello, sorridi agli addii
Ci siamo feriti e ci siamo curati
All'ombra di un nuovo orizzonte
saprò sempre ritrovarti
Sorella, ora culla i tuoi giorni
Infrangi il senso di abbandono
Tornerai ad ardere ancora ed ancora
Tornerà la luce sulle tue ali
Lascio che il mare mi levighi
sospeso su un po' d'infinito
Chiudo le porte di ieri
Alla fine del viaggio
uccido i miei confini

domenica 15 agosto 2010

Agosto

Non ho niente da fare
facciamo che mi manchi
Facciamo che ho bisogno di qualcosa
di qualcuno
Facciamo che mi arrabbio
per quei sorrisi finti
per tutti i complimenti appiccicati
a questo buio
Facciamo che mi aspetto
che si aspettino qualcosa
Facciamo come sempre
che cerchiamo una sorpresa
Ho visto un bambino scrivere poesie
sulla sabbia
La sua musa di neve vendeva l'amore
da una gabbia
di giorni incolori e promesse d'eterno
pagata da un dio con frammenti d'inferno
Non ho niente da fare
facciamo che ci provo
a non semplificare il vostro mondo
così nuovo
Facciamo che progetto
la prossima salita
Facciamo che disegno un'altra forma
un'altra uscita
Facciamo come sempre
un'altra stupida domanda
Facciamo che speriamo
in qualcuno che risponda
Ho visto un bambino scoprire l'ironia
e la rabbia
tra compagni di giochi e castelli crollati
su una spiaggia
di cocci e di occhi e occasioni di luce
passo dopo passo su un filo di voce
Non ho niente da fare
facciamo che ora è estate
Facciamo che dormiamo
e ci sveglieremo poi

venerdì 13 agosto 2010

Grazie

Mani, calore, sangue che scorre senza farsi domande, lì, nel tempo in cui non ti aspetti nulla.
E poi quella musica che ha cullato il flusso di ieri.
Il senso diviene uno sfamarsi per avere più fame, fame di altri occhi ancora e ancora, sempre di più.
Per dire fino all'ultimo.
Vaffanculo. Io sono vivo.