mercoledì 25 maggio 2011

quando inciampo


quando si inciampa ci si guarda intorno preoccupati, quasi in panico, domandandosi se qualcuno abbia visto.
si ha paura di incrociare un ghigno, uno sguardo compiaciuto, si ha paura che l'espressione smarrita di un momento possa aver aperto a degli estranei il nostro mondo privato.
ci si difende così, è l'istinto, la paura che si scopra qualcosa che non vogliamo mostrare, come il fatto che siamo soltanto dei bambini.

personalmente quando inciampo sorrido.
vuol dire che avevo un passo eccessivamente sicuro.
semplicemente mi stavo prendendo troppo sul serio.

aspettando la rivoluzione

aspettavo la rivoluzione
urlando su un palco
parole che non capivo
che forse ancora non ho capito

aspettavo la rivoluzione
davanti la casa dei padroni
senza nemmeno conoscerli tutti
affidandomi all'olfatto

aspettavo la rivoluzione
tra i libri in cui mi specchiavo
cucendomeli addosso
anche a costo di sanguinare

aspettavo la rivoluzione
tra le ideologie riciclate
e ogni volta che provavo disgusto
era un disgusto che riciclavo

quando mi dormivi accanto
non potevo dirti tutto
perché non ne sapevo molto
e l'istinto non bastava
ed avrei voluto svegliarti
per domandarti chi fossi io
e come mai stavo ancora fermo
ad aspettare la rivoluzione

aspettavo la rivoluzione
nella nebbia di contraddizioni
negli occhi cerchiati dalle notti
nell'ultimo goccio di un amico ubriaco

aspettavo la rivoluzione
tra le mani insanguinate
o davanti la porta di casa
e poi prima di ogni risveglio

aspettavo la rivoluzione
nelle file in ospedale
o in quelle stupide segreterie
o nelle metropolitane


aspetto la rivoluzione
per capire se saprei farla
o se sono semplicemente
molto bravo ad aspettare

domenica 22 maggio 2011

salvarti

gesti asfaltati
avvelenati
fissità inespressive
mentre camminiamo
e siamo il non colore
che smorza i nostri giorni

è solo un altro passo
è mio e non posso dartelo
nemmeno questa volta
riuscirò a salvarti

splendore

nei tratti limati dal vento
di canzoni così antiche
da essere per voi moderne
la vedete quella fermezza
consapevole eppure acerba
arresa eppure mai stanca...?
perché lo splendore non dorme
non tace dietro forme consunte
danza senza alcuna grazia
e si disseta di dissonanze
noi non lo capiremo
dentro le nostre scarpe nuove
dentro il vestito bello
dietro le finestre pulite
e fisseremo con disgusto
il vero spettacolo del mondo
poi dormiremo sereni
di un sonno eternamente colpevole
inseguendo vanità di sabbia
imprigionate nelle nostre clessidre
e segneremo con le unghie
tutti i nostri istanti sfumati

in un gioco di dissonanze
senza sentirne la grazia
noi non lo capiremo
perché lo splendore non dorme

giovedì 12 maggio 2011

mai

sento il profumo dei suoi capelli,

una cascata di fili d’argento

e poi quello sguardo dorato

l’iride come un pugnale


ecco, le dita sottili

lungo il mio petto inquieto

si muovono in una sporca danza

non rispondono ad alcuna domanda


ogni notte la notte si agita

come se fosse di carne

e noi nient’altro che spettri,

non più di un latrato di cani



mi protendo verso un ridere sommesso

che ai piedi del letto mi osserva

ha tutto il cielo dentro gli occhi,

l’innocenza di chi è perdizione


minuscole mani per reggere

il gioco di spago e destino

la fermezza di chi sa varcare

le crune e gli strati di ozono


la mattina, che nei temporali

porta l’odore di tutti i suoi viaggi

la mattina, che in un gioco ambrato

ci regalerà un altro miraggio



non c’è luogo che ci appartenga

non c’è luogo a cui apparterremo

senza requie è l’istinto dell’ombra

che si allunga fuggendo la luce


siamo il cacciatore e la sua preda

condannati a correre in circolo

non ci prenderemo mai

e mai scapperemo davvero

mercoledì 11 maggio 2011

dal profondo

guardami
sono lo stesso di ieri
quale buio stai cercando?
di quale freddo tremi?
non senti quella voce
che viene dal profondo?
ora cammina verso te
guardala

comodi gli occhi
che hai indossato oggi
per mettere in fila
le tue piccole verità
comodi gli occhi
fissi di una bambola
non rischiano di perdersi
o di diventare ciechi

guardami
sono l'eredità dei secoli
di tutti gli universi
davanti ai quali tremi
la carne della voce
che viene dal profondo
sto venendo da te
guardami

comprendere è soltanto
tendere la mani
per accarezzare
la purezza degli istanti
comprendere è soltanto
uno sguardo sfrontato
che oltrepassa le barriere
di cemento e di parole

guardami
sono lo stesso di ieri
quale buio stai cercando?
di quale freddo tremi?

martedì 10 maggio 2011

soltanto

lungo le gambe il tuo male

quello che crescendo

fa correre più forte

in un posto, un qualsiasi posto

dove le foglie di ottobre

sciolgano l'ansia di agosto


sei l'incarnazione del fallimento

prima di ogni tentativo

prova a spiegarti questo

o prova a spiegarlo a loro

le tue caviglie danzano

davanti a degli occhi chiusi

aspettano un semplice applauso

senza alcuna illusione


resterai abbastanza

da desiderare di essere

speciale, in un modo o nell'altro?

resterai fino a quando

non sarai così mediocre

da non voler svanire più?



guarda le linee

che non ho disegnato

per un po' soltanto

soltanto per un po'

non farmi essere niente

non farmi essere niente


che si riposi il mio male

e almeno per una volta

dorma un po' più forte

in un posto, un qualsiasi posto

dove le foglie di ottobre

sciolgano l'ansia di agosto

martedì 3 maggio 2011

i miracoli

splendide le iene occidentali

hanno il pelo dorato

e persino un bel culo


danzano intorno alle carcasse

delle paure passate

e aspettano un altro nemico


il cacciatore è tornato

dalla foresta incantata

con la testa dell'orco


è l'eroe che ci ha salvati

ha lo sguardo d'argento

ed il cuore di piombo


forse sono i miracoli

dei nostri nuovi santi

forse sono i miracoli

dei nostri nuovi santi


splendide le iene occidentali

hanno un sorriso perfetto

in cui risplende la pace


lì, sopra i corpi maciullati

in nome dell'amore

delle loro verità


il re mostra a tutti quel viso

congelato nello spasimo

dell'ultima bestemmia


ora che tutto è finito

potranno venirne a milioni

noi non li temeremo


perché avremo i miracoli

dei nostri nuovi santi

perché avremo i miracoli

dei nostri nuovi santi