martedì 30 novembre 2010

La gente dimentica.

Amico mio
forse il primo dei problemi
è che la gente dimentica.
Per carità, mica è cattiveria...
è questione, credo, di sopravvivenza.
Che poi se lo credo
l'avrò pur letto da qualche parte
e se l'ho letto, puoi credermi,
qualcuno ci ha pensato.
Magari, che ne so,
era qualcuno di importante.
Comunque cosa dicevamo?
Ah sì,
che la gente dimentica
e dimentica il giorno, perlopiù,
dimentica ad esempio
di essersi arrabbiata la sera prima,
di essersi commossa,
di aver avuto i brividi, addirittura,
o ancora
dimentica di aver amato
e alza muri su muri
per improvvisare una difesa.
Io pure ad esempio
non è che ricordo tutto
e se ora decido, che so,
di smettere di fumare
poi fumerò lo stesso.
Capita, no?
Come capita
di non ricordare una voce
o di pregare
"Non recidere, forbice, quel volto"
e gli altri?
Dimenticati.
Poi ognuno lo rinfaccia ad un altro
e magari i più distratti
sono quelli che parlano di più.
Può succedere pure
che uno si dimentichi di essere un uomo.
Ora non vorrei esagerare
ma credo che statisticamente
ricordando tutto
le guerre diminuirebbero
e mica poco, amico mio!
E le incomprensioni
e tutto il sangue amaro...
Non so, la butto lì,
ma non sarebbe affatto male,
se fossimo capaci
di non dimenticare più.

sabato 27 novembre 2010

Il lupo della steppa

Se fosse realtà
la storia di cui canti
lo capiresti mai?
Se fosse una bugia
la fede a cui ti aggrappi
lo ammetteresti mai?
Quante cose attraversano il tuo cielo
e non lo sai o non lo vuoi vedere
credendo di saper guardare
sul fondo del fondo di un sapere
Ricomponi lo specchio
prima di annegare
Guardami negli occhi
Hai imparato a ridere?
Se fosse realtà
quel tuo sogno assurdo
lo capiresti mai?
Se fosse una bugia
ogni idea per cui sei in piedi
lo ammetteresti mai?
Quanti frammenti di splendore ti sei perso
etichettandoli come banalità
credendo di saper respirare
un'aria logora che non capivi
Ferma la corrente
prima di annegare
Guardami negli occhi
Hai imparato a ridere?

martedì 23 novembre 2010

Trenta.

Queste voci
riesci a sentirle?
Sono di un mondo
lontano solo un passo
La mia terra
da qui sembra una bambina
Guarda bene
porta ancora i segni addosso
Madri e mani
aggrappate alla speranza
che i mercanti
si vendevano l'un l'altro
tra le radici divelte
di chi aveva la forza
per cercare un altro dove
oppure per fare senza
La pioggia allora
ricordava agli uomini
che sempre uomini
sarebbero rimasti
Per qualcuno il concetto
era un po' meno chiaro
e la propria compassione
la vendeva al grammo
Chi sa cosa si prova
a vedere aprirsi
un pezzo dell'inferno
sotto le proprie gambe
Chi sa cosa si prova
quando quello che si legge
straripa dalle righe
e strappa tutti i fogli
Chi sa cosa si prova
a scoprire l'istinto
al di là delle promesse
al di là delle pretese
Chi sa cosa si prova
a lasciarsi consumare
oppure ad aspettare
bestemmiando preghiere

Noi, figli delle vetrine
delle stelle in affitto
e dei sogni in scatola
dovremmo ricordarlo
qualche volta
anche per caso
dovremmo ricordarlo
che sin dall'inizio
o forse anche prima
non siamo stati altro
che dei sopravvissuti









sabato 13 novembre 2010

De Generatione

Pensa che divertente
quando avremo trent'anni
e ci chiederemo
che faremo da grandi
Pensa che bello
mentre tutto si scioglierà
e saremo lì ad aspettare
che sia sabato sera
Pensa che ironia
avere il mondo ad un passo
e non volerlo guardare
perché sembra già visto
Come sarà romantico
raccontare ai nostri figli
del giorno in cui ci siamo
conosciuti in chat
Balla la mia gente
sotto mille luci
Grida la mia gente
senza avere voce
Sarà divertente
ricordare un giorno
le nostre proteste
tra tastiere e mouse
Poi pensa che bello
senza una pensione
forse la vecchiaia
sarà la libertà
Ma quanta ironia
nell'andare tutti al mare
a scattarci un paio di foto
con sorrisi copri-stress
Come sarà romantico
dire ai nostri figli
tutta questa immondizia
un giorno sarà tua
Balla la mia gente
sotto mille luci
Grida la mia gente
senza avere voce

mercoledì 10 novembre 2010

Sulla buccia di un mandarino

il tarlo che bacia il legno
lima il rumore perché sia silenzio
tu intanto sogni le tue onde
sulla buccia di un mandarino
le bandiere ti invitano a prendere
un buon nemico e un fucile discreto
i mercanti sono dappertutto
e per quanto remi oramai ti hanno preso
scrivimi qualche volta
per lasciarti fraintendere un po'
mi troverai bene dove sono
senza una scusa
senza una musa
se il cane gira su se stesso
è per far paura alla propria ombra
tu intanto sospiri al pensiero
che tocchi aspettare per l'alta marea
gli urlatori ti danno un motivo
per squarciarti la gola con loro
e gli ignavi, bravi rampicanti
scopano senza piacere la noia
ti scriverò qualche volta
così mi fraintenderai un po'
proverò a dirti che sto bene
senza una scusa
senza una musa
il camaleonte si adatta
perché tutto il resto sa farlo di meno
tu intanto sogni le tue onde
dalla buccia di un mandarino

giovedì 4 novembre 2010

L'assonanza

non ci si dovrebbe stendere
tra le conchiglie rotte
né fare la somma
dei nostri troppi sbadigli
a chi tocca oggi, dimmi
la parte del reggi- manico
chi si sveglia anche domani
con un gallo dentro lo stereo
sul concetto ci sarebbe da dire
o magari soltanto da ridere
se conto io non si salva nessuno
perché conosco tutti i nascondigli
se conto io si salvano tutti
perché alla fine conto i miei sbagli
ma che bari o sia onesto non cambia
chi controlla è fuori a far miracoli
lei si guarda e dietro il fondotinta
non si sa se ora sappia chi c'è
fatto sta che mi sembra contenta
forse pensa lo stesso di me
ma non è l'assonanza che cerco
casomai voglio solo giocare
esco anche se resto ed accendo
il veleno che mi darà l'amen
sopra il giro dei soliti, al bar
non ho alcun solito da ordinare
almeno questo mi sembra qualcosa
anche se niente affatto speciale
quest'assonanza mi insegue
l'ho già detto che non la volevo
sì, va bene che non si dovrebbe
ma ritorno tra le mie conchiglie
lei mi guarda e sorride e risplende
ci si manda al diavolo anche così
l'ho imparato ormai da un paio di vite
lo dimentico sempre, peccato