martedì 1 dicembre 2009

Napoli e piove...

Un istante, voglio che tutto si fermi un istante.
Il suono delle gomme che ingoiano l'asfalto, le mille voci che si fondono in uno straziante ululato, le vite bucate ai margini delle strade, la prepotenza urlata da piccoli e grandi demoni, quella che ti buttano in faccia quando ti fanno capire che nulla ti appartiene, che dovresti baciare il culo alla fortuna se sei intero pure oggi, quella che ti buttano in faccia quando ti tremano le gambe e ti trasformi in istinto, in paura, in voglia di scappare.

Piove, piove su questa città logora, sui monumenti rovinati, sulle pile di spazzatura, sulla merda che è ovunque, sui residui di speranza che qualcuno culla ancora, sull'ipocrisia delle istituzioni, sui venditori ambulanti di paradisi e inferni artificiali, sugli affitti in nero, sulle donne che hanno donato ad un marciapiede anche l'ultima lacrima, sul senso d'impotenza...
Piove e tutto diviene opaco, il cielo scende a brandelli sulla terra, è il ricordo di un seme gettato all'inizio dei tempi e subito marcito, è il ricordo di un sogno che ogni notte ritorna in sordina.
Le gocce sono le lacrime della vita. E noi, noi siamo il nulla.

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