domenica 14 febbraio 2010

Il giullare

Qual è il peso delle lacrime se persino noi non siamo altro che gocce in un oceano di vuoto...?
Respiro lentamente la mia stessa brace, non un rumore fuori o dentro adesso.
Nelle vene non ho requie, è la dannazione della mia carne forse, come quella di tutti.
Le ali che volevano eguagliare gli dei sono andate perdute, ma non importa, cadendo ho respirato, cadendo sono stato vivo...

Adesso il tempo è una lama. Mi spoglio dei miei strati di pelle e mostro l'anima. Farà male ...? Neanche questo importa.
Le maschere attendono ancora nella stanza degli specchi. Un istante solo, un respiro più profondo della notte che ci portiamo dentro.
Poi vi raggiungerò.

Nei quartieri malfamati
nei locali o dentro i bar
Un coltello rosso sporco
o il sipario di un varietà
Dentro le paure più profonde
di ciascuno
Essere uno e centomila
ma nessuno
Piange una lacrima il giullare
può permetterselo al buio
Poi si punta il riflettore
e il suo show ce l'ha già pronto
E' così che deve andare
Un poco per non pensare
Ridono
e a volte fa bene
Ridono
e a volte fa male

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