giovedì 24 giugno 2010

La bestemmia è un privilegio

Manca un'ora alla partita. Tensione nell'aria, tutti appiccicati allo schermo, qualcuno c'ha pure la bandierina, magliazzurra, finito il poporopopopo (con buona pace dei White Stripes) balliamo il wakawaka. Italiani di comodo.
Non essendo un fanatico dello sport non amo seguire i mondiali. Per poi sentirmi dire come fai a non emozionarti. Come faccio.
L'Aquila ancora a terra, l'immondizia sotto casa, il futuro di qualche generazione (compresa la mia) che è una totale incognita, monumenti trattati senza alcun ritegno, la camorra che fa il solito giro e segna il territorio, il governo che si tutela, l'acqua ai privati, la crisi dei comuni, economia a puttane e yacht a chi sta su, principi canterini, il dissenso disordinato, solita overdose di notizie assorbite come se nulla fosse, allora la domanda la faccio io. Come fate a non incazzarvi. Dov'è il patriottismo quando la gente viene lasciata in mezzo ad una strada. Dov'è questo senso di unione, la gente che ama l'Italia, la solidarietà. Scandalizzati da una battuta di Bossi, pubbliche scuse. E il resto nel dimenticatoio. Come sempre. Non si tratta nemmeno di ignoranza e la parola menefreghismo è riduttiva. Basta guardarsi intorno, cristo. Intanto formazioni a memoria, come un'avemaria, e fanatismo e litigi su un'azione che poteva andare meglio e poi ascoltiamo le dichiarazioni del mister e interviste e riflettori e sponsor. Un pò come il tipico cattolico che va a messa a Natale e Pasqua, siamo tutti italiani ora, ogni quattro anni ci ricordiamo la bandiera, l'orgoglio, risorge il buonismo.
Allora vaffanculo. Me ne fotto della nazionale. Non mi sento rappresentato dagli undici in campo e dal resto in panchina. Non mi emoziona in alcun modo la coesione che dà questo cazzeggio patriottico.
Lo ribadisco, è un argomento che ho già affrontato anche con persone così assuefatte a questa usanza che mi guardavano come se stessi bestemmiando. Voglio sentirmi libero, anche di disgustarmi di questa leggerezza che sarebbe gradita in un contesto migliore, ma che ora sa soltanto d'ipocrisia.
Bestemmio. La bestemmia è un privilegio.

2 commenti:

Alessandro Giacobelli ha detto...

siamo in due.

Quovadis ha detto...

E' questo il nocciolo di tutto.
Non ci sono più ideali degni di essere chiamati tali,per cui vivere o morire.Solo pallidi,squallidi,scarni riflessi di inutilità.Le coscienze sono ottenebrate e annebbiate da frivolezza.
Il patriottismo è una parola morta,una virtù morta.Ogni tanto resuscita travestito da falsa e lacrimevole empatia e viene deriso se cerca di spogliarsi e di tornare a vivere.Si è ridotto a un brandello putrefatto.

Fermando qui il discorso per evitare che si dilunghi,complimenti per le poesie.
Un po' ti invidio perchè le hai accudite e nutrite dentro di te.
Io invece ci ho rinunciato da un po' di anni.
Ciao.
G.