mercoledì 25 maggio 2011

aspettando la rivoluzione

aspettavo la rivoluzione
urlando su un palco
parole che non capivo
che forse ancora non ho capito

aspettavo la rivoluzione
davanti la casa dei padroni
senza nemmeno conoscerli tutti
affidandomi all'olfatto

aspettavo la rivoluzione
tra i libri in cui mi specchiavo
cucendomeli addosso
anche a costo di sanguinare

aspettavo la rivoluzione
tra le ideologie riciclate
e ogni volta che provavo disgusto
era un disgusto che riciclavo

quando mi dormivi accanto
non potevo dirti tutto
perché non ne sapevo molto
e l'istinto non bastava
ed avrei voluto svegliarti
per domandarti chi fossi io
e come mai stavo ancora fermo
ad aspettare la rivoluzione

aspettavo la rivoluzione
nella nebbia di contraddizioni
negli occhi cerchiati dalle notti
nell'ultimo goccio di un amico ubriaco

aspettavo la rivoluzione
tra le mani insanguinate
o davanti la porta di casa
e poi prima di ogni risveglio

aspettavo la rivoluzione
nelle file in ospedale
o in quelle stupide segreterie
o nelle metropolitane


aspetto la rivoluzione
per capire se saprei farla
o se sono semplicemente
molto bravo ad aspettare

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